Nicola Ghezzani

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Nicola Ghezzani vive e lavora a Roma. È psicologo, psicoterapeuta, formatore alla psicoterapia e autore di numerosi saggi, articoli, libri. Ha formulato i principi della psicoterapia dialettica. Scrittore da sempre, ha dedicato una parte considerevole del suo lavoro psicologico, terapeutico e di ricerca alle dotazioni psichiche e alla creatività.

La mia storia (anni 2010 — oggi)

Francesco Alberoni. La paura di amare e Grammatica dell’amore

Pubblicato nel 2010 il libro L’amore passionale, decisi di inviarne una copia a Francesco Alberoni, al cui lavoro era in parte ispirato. Con mia grande sorpresa Alberoni mi chiamò e mi tenne al telefono una buona mezz’ora sia per elogiare il lavoro, che per segnalarmi la nostra sostanziale uniformità di vedute. Ne fui lusingato e glielo dissi, ma lui mi pregò solo di continuare a sentirci e collaborare. Acconsentii con entusiasmo.

Francesco Alberoni

Ci sentivamo almeno una volta alla settimana, ci incontrammo più volte in cordiale amicizia e decidemmo di intrecciare le nostre ricerche. Mi chiese di scrivere un libro e lo feci. In verità, dopo un anno e mezzo di studi e riflessioni, nel 2012 io diedi alla luce ben due libri: La paura di amare, sull’anoressia sentimentale, che essendo di natura più clinica che speculativa decisi di inviare all’editore Franco Angeli, e Grammatica dell’amore, pubblicato con Marietti, una vera e propria sintesi della mia teoria dei sentimenti e dei processi di legame.

In entrambi i libri mi cimentai nel compito – concordato con Alberoni – di unificare la psicologia dialettica con la sua teoria.

La scienza dell’amore e Perché amiamo

Nacque così l’idea di far confluire i nostri studi in una sola collana, che avrebbe dovuto essere una collana di scuola, aperta a nuovi contributi. Nel frattempo inviai da Alberoni il file di un nuovo libro, Perché amiamo, che venne letto, commentato e posto in attesa.

La collana prese forma grazie all’editore Sonzogno e fu chiamata La scienza dell’amore. Finalmente, nel settembre del 2012 Alberoni pubblicò la sua nuova opera, L’arte di amare.

Nel 2013 uscì il mio libro Perché amiamo, che coronava la stretta collaborazione fra me e Alberoni. In un certo senso, il libro segnava il punto di massimo contatto fra le due teorie, quella di Alberoni incentrata sul concetto di “stato nascente” e quella mia che ha al suo cuore la dialettica dei bisogni fondamentali e la concezione ordinatrice della funzione dialogica e della figura psichica dell’Altro.

Ricordati di rinascere

Degli inizi del 2014 è la pubblicazione del libro Ricordati di rinascere. Il libro – originale nella sua struttura – ha una duplice funzione. La prima è quella di mostrare come una crisi psicologica possa costituire un’occasione preziosa per effettuare grandi cambiamenti esistenziali, che senza la sofferenza non verrebbero nemmeno ipotizzati. La seconda funzione è quella di narrare un importante periodo della mia vita: il passaggio dall’infanzia alla prima giovinezza. La scrittura autobiografica va nel senso di quella autoanalisi pubblica, cominciata col libro Autoterapia (2005), che ritengo una delle opportunità più ricche nella vita non solo dello psicoterapeuta, ma anche dell’intellettuale e dell’artista. Ho ricordato gli anni della crisi giovanile perché allora si è formata la mia vocazione allo studio e all’esercizio della psicoterapia. La “vocazione” non è un mero “piacere”: è un sentirsi chiamati da una inderogabile necessità interiore; riconoscerla è appunto “rinascere” ad una vita più vera.

Maria Marchesi: Non sono più mia

Gabriella Montanari

Della fine del 2014 è la prefazione al libro della poetessa Maria Marchesi Non sono più mia. Ho accettato la proposta da parte dell’editrice, Gabriella Montanari, non solo perché amante della poesia, ma anche perché intrigato da un mistero sull’autore: “Maria Marchesi” potrebbe infatti essere un uomo – un poeta già noto – che non confessa la propria identità reale e che ha adoperato lo pseudonimo per esprimere un dolore e una violenza che, forse, col proprio sesso e il proprio nome, non sarebbero stati rappresentati. Dunque, come sempre, anche in questa occasione mi sono confermato affascinato dal mistero del velamento della propria identità come chiave universale della patologia dell’Io, in questo caso non solo dell’uomo comune ma anche dell’artista.

L’amore impossibile

Del 2015 è il libro L’amore impossibile, che tratta delle dipendenze affettive in una chiave di diagnosi clinica differenziale. Dopo un’accurata e necessaria definizione dell’amore sano, entro nel merito della struttura della dipendenza affettiva e, primo nel mio campo, definisco quattro importanti sotto-tipologie del disturbo:

  • la dipendenza affettiva conformista/ossessiva,
  • quella ambivalente/conflittuale,
  • quella depressiva/riparativa,
  • e infine quella rivendicativa/persecutoria,

accompagnandole con ampie storie cliniche.

Le eclissi dell’anima e la collaborazione con L’EstroVerso

Nel 2016 ho pubblicato il libro Le eclissi dell’anima, nel quale racconto l’avventura della personalità umana di precipitare in una crisi e persino di ammalare nella mente allo scopo di far morire una forma di identità e farne nascere una nuova. Quando l’identità pregressa è ormai insufficiente a favorire a crescita della personalità globale e la coscienza non è in grado di evolvere la crisi psicologica avvia il processo di cambiamento. Allo scopo di dimostrare questa tesi analizzo le storie di personalità illustri come Judy Garland, Ingmar Bergman, Friedrich Nietzsche, Carl G. Jung, Martin Heidegger, Hermann Hesse, Ernest Hemingway ed altri ancora. L’analisi biografia di questi personaggi, come quella dei pazienti in psicoterapia, dimostra che ciascuno di noi ha un suo genio personale dalla cui realizzazione dipende il senso della vita.

Nello stesso anno comincia la mia collaborazione con la rivista di Arte, Letteratura e Scienze sociali L’EstroVerso, diretta da Grazia Calanna e Luigi Carotenuto. Dopo un’intervista di un certo successo sui rapporti fra psicologia e poesia, la direzione decide di affidarmi per intero lo spazio di una rubrica, che intitoliamo Lo scrutatore d’anime (dal titolo di un famoso romanzo del medico e psicoanalista Georg Groddeck). La collaborazione mi dà l’opportunità di tornare sul tema per me centrale del rapporto fra arte, letteratura e psiche.

L’ombra di Narciso, Zeusi, nascita della SIPSID

Nel 2017 esce nelle librerie il libro L’ombra di Narciso, dedicato al tema del narcisismo, di grande interesse sia in ambito clinico che sociale. L’intento del libro è duplice: da un lato sfata la versione freudiana del mito di Narciso, dall’altra ricolloca il disturbo narcisistico nell’ambito delle patologie reattive all’angoscia di impotenza, sia primaria che sociale. Freud ha compiuto sul mito di Narciso un abuso “storico”, trattando di fatto Narciso come una mera variazione del mito ebraico-cristiano del peccato originale, mentre il tema del mito greco – come appare dalle fonti – è il rifiuto del rivoltoso di appartenere alla polis condividendone le regole amorose e civili. Inoltre, nel libro dimostro che il narcisismo, lungi dall’essere quella patologia “diabolica”, resistente e incurabile che è diventato nella letteratura contemporanea, offre molti spazi di azione al terapeuta orientato in senso empatico e dialettico.

Sempre nel 2017 comincia la mia collaborazione con la rivista Zeusi, rivista semestrale dell’Istituto di Storia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Napoli. Al timone dell’iniziativa editoriale, il direttore Marco Di Capua con i vicedirettori Guglielmo Gigliotti e Marco Rinaldi. Il mio intento è di dare il mio contributo nei termini dello studio del rapporto fra arti visuali, letteratura, storia sociale e psiche.

Infine ho avviato il processo di formazione di una rete di cultura psicologica, la SIPSID (Società Italiana di Psicologia Dialettica), il cui fine è di scegliere un numero limitato di collaboratori e simpatizzanti (psicologi e non) della Psicologa dialettica.

La vita è un sogno, creazione del sito SIPSID

La vita è un sogno

Nel 2018 pubblico il libro La vita è un sogno. Il libro è innanzitutto un pegno pagato al giovane paziente che io stesso sono stato. Da ragazzo, fra i 17 e i 21 anni, io stesso soffrii di derealizzazione, con spunti di depersonalizzazione. Ne guarii del tutto con la sola psicoterapia.

In secondo motivo per cui ho scritto il libro è che la sindrome è pressoché misconosciuta dai professionisti della salute psichica. Gli psichiatri si sentono impotenti di fronte a una sintomatologia tenacemente resistente all'intervento farmacologico; gli psicologi vedono fallire sistematicamente le loro tecniche cognitivo-comportamentali. Ciò li induce a classificarlo come un disturbo “grave”, ma sbagliano: solo nel 1% dei casi esso è conseguenza di una psicosi; nel 99% dei casi accompagna comuni disturbi d’ansia e panico, o depressioni e disturbi ossessivo-compulsivi, cioè nevrosi. Si tratta dunque di un disturbo così poco compreso dalla cultura ufficiale che ho dedicato molti anni della mia vita e del mio lavoro alla sua chiarificazione. Il libro nasce a coronamento di tutto ciò.

Sempre nel 2018 viene messo online il sito della SIPSID, nato per dare voce alla Psicologia dialettica in tutte le sue accezioni: scienza della psiche, tanto nella malattia quanto nella salute, e delle relazioni che intercorrono fra discipline scientifiche e artistiche e il mondo tout court. Il sito si presta a diffondere la nuova cultura e a sollecitare simpatie e adesioni.