Salve Dottore,
sto rileggendo i suoi libri. Mi sono molto d’aiuto, sono scritti in maniera chiara e precisa, comprensibile anche per chi, come me, non è del settore.
Ho compreso i concetti, lo “schema” della crisi, la contrapposizione, la scissione. In effetti continuo a sentirmi piuttosto confusa e in balia di pensieri contrastanti, oltre che sola. Continuo ad avere momenti di derealizzazione e di terribile ansia, che cerco di sconfiggere con lo Xanax.
Ovviamente non è la soluzione. Non dormo, sono spossata e priva di energia e poco lucida.
Sento un forte nervosismo e una profonda rabbia, che a volte esce incontrollata. Per esempio, ieri, ho aggredito verbalmente un membro delle forze dell’ordine: una reazione non solo inaspettata ma del tutto fuori luogo. Di solito di fronte alle autorità sono l’esempio dell’umiltà e della remissività.
Sento di vivere un periodo di transizione, costellato di mille difficoltà. Appena cominciata a mettere in ordine la mia vita, sembra che tutti mi si rivolgano contro. Il mio ragazzo mi lascia, la mia migliore amica dice di non volermi più vedere. Oltre al dolore, immenso, il turbamento di non capirne le ragioni.
Tutti, amici, familiari, mi chiedono di cambiare: mi sono sentita “sbagliata” e “cattiva” per tanto tempo, ora comincio a rivalutarmi, ho tentato di cambiare, tanto è migliorato ma per gli altri non è abbastanza. Ora però sono stanca di tutto questo, lo ritengo profondamente ingiusto. Ho sempre avvertito il peso delle pressioni altrui, delle opinioni altrui, lungo tutta la mia vita. Mi riferisco soprattutto a mia madre. Tuttavia tentavo di fregarmene, facendo la dura, vantandomi delle mie scelte controcorrente.
Ora finalmente comincio a pensare che mi piaccio così, che dovrei fregarmene di ciò che pensano gli altri. È difficile e doloroso.
Una delle cose che ho capito in questo ultimo anno è riconoscere l’importanza che gli altri hanno per me, ma dev’esserci un equilibrio, come in tutte le cose. E questo non l’ho ancora raggiunto. Mi sono sempre vantata di essere una ragazza sveglia e indipendente, di essere cresciuta prima degli altri. In effetti le mie esperienze di vita lo confermano, fin dalla adolescenza. La prima canna, la prima volta, le prime vacanze da sola, la discoteca, le prime sbronze... sempre prima degli altri. Facevo la dura. Per dimostrare cosa? A chi? Tuttavia non riuscivo ad avere un’idea precisa di me stessa, ero in balia delle opinioni altrui. Mi sono creata una maschera, della ragazza libera e libertina, coraggiosa, spavalda. In realtà sono sempre stata una persona profondamente introversa e timida, lo sono tuttora. Ho troppa paura. Io ho problemi di balbuzie. Mio padre se n’è andato che avevo 8 anni, pochi mesi dopo ho cominciato a parlare male. Non so se sia nata prima la timidezza o la balbuzie. Fatto sta che spesso non parlo, per entrambi i motivi. Mi vergogno.
Non so, non capisco più chi sono. Vorrei diventare una ragazza sicura, allegra e solare. Ma forse non si diventa ciò che non si è, tutto sta nel saper ritrovare ciò che in fondo si è sempre stati. E io questo non lo so.
Abito troppo lontano per venire a trovarla a Roma, quindi ho deciso di accettare la sua proposta di conoscerci su Skype. I suoi libri sono stati illuminanti e inoltre è il primo che mi abbia davvero capito.
La saluto con speranza e con affetto,
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