Nicola Ghezzani

Foto di Nicola Ghezzani

Nicola Ghezzani vive e lavora a Roma. È psicologo, psicoterapeuta, formatore alla psicoterapia e autore di numerosi saggi, articoli, libri. Ha formulato i principi della psicoterapia dialettica. Scrittore da sempre, ha dedicato una parte considerevole del suo lavoro psicologico, terapeutico e di ricerca alle dotazioni psichiche e alla creatività.

Il sonno della ragione

“Il sonno della ragione genera mostri” (1797), acquaforte di Francisco Goya.

Nella mia attività di psicoterapeuta dialettico ho preso atto che gran parte dei malesseri psichici dipendono dalla sopraffazione della personalità da parte di istanze psichiche e psicosociali parassitarie. Freud ha definito queste istanze con il termine Super-io e ci ha regalato un concetto di rara importanza. Ha sbagliato nell’affermare che il super-io controlla la nostra naturale amoralità (la fantasia edipica e la pulsione di morte); nel fare questa affermazione si è comportato, lui, ateo, come un qualunque sacerdote cattolico o pastore puritano che dal suo pulpito tuona contro la natura umana portata al peccato. Ma ha avuto ragione nell’intuizione di fondo: un parassitismo psichico ci impedisce di essere noi stessi fino in fondo, di liberare la nostra creatività, di attuare i cambiamenti di cui sentiamo oscuramente il bisogno. E ce lo impedisce col nostro stesso consenso: il super-io domina nella misura in cui l’io ha paura di se stesso, si stima inetto, debole, cattivo, senza speranza. E per questo consente che un “altro” domini su di lui e per lui.

Oggi l’Italia è come un malato psichico grave: è sotto il dominio di un super-io socioeconomico che dopo averla stuprata per decenni la sta oggi derubando del futuro. Una casta che conta molte migliaia di individui ne ha sequestrato le risorse e le usa per auto-alimentarsi. La casta politica non è solo quella che vediamo sugli scranni del Parlamento (già pletorica e costosa oltre ogni decenza); è soprattutto il suo indotto: migliaia, forse decine di migliaia di parassiti che derivano come una immensa e mostruosa radice da un numero relativamente ridotto di parlamentari che, per incrementare i profitti e consolidare il potere, hanno offerto parti importanti della nazione al mondo del malaffare.

E come nelle vicende patologiche soggettive c’è una soggezione al super-io, e persino una idealizzazione proprio di quelle figure e quei valori che dominando mutilano l’io soggettivo, allo stesso modo nella vicenda collettiva c’è una rassegnazione al potere dominante, una collusione fra la casta dominante e il popolo dei dominati: una spontanea adesione al voto, come se la rappresentanza parlamentare fosse l’unico modo per vivere in una democrazia; e poi un bisogno patologico di dipendere dal ”politico amico”, dalla clientela, dalla piccola mafia locale, piuttosto che sviluppare l’orgoglio e l’entusiasmo dell’autonomia. Come il super-io patologico, anche la casta dei parassiti si nutre della rassegnazione e della viltà di ciascuno.

Questa casta copre la nazione con il suo mantello nero, le impedisce di avvicendare le classi dirigenti e ridefinire i ruoli che contano, di riprendere lo slancio e tornare ad essere dinamica e creativa com’è stata in passato. L’Italia oggi è un malato grave e, come ogni malato grave, non ha ancora piena coscienza della sua condizione. Manca la testimonianza, la comunicazione, l'organizzazione culturale.